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Entrate attraverso la «porta unica» (moni emvasia): vi ritroverete lontani dal baccano per andare indietro nel tempo e vivere in un ambiente idilliaco. Gioiello ereditato dall’era bizantina, Monemvasia è un vero e proprio museo archeologico a cielo aperto. Fu fondata nel VI secolo d.c. dai Greci che fuggivano gli Avari e gli Slavi che avevano conquistato il continente. Questa fortezza ebbe una storia movimentata: appartenne successivamente all’impero bizantino, al Papa, ai Veneziani ed infine agli Ottomani, prima di essere liberata dai Greci nel 1821.

Grazie alla sua posizione strategica, sulla via marittima che congiungeva Costantinopoli a Venezia, conobbe un rapido sviluppo fino all’apogeo dell’Impero bizantino nel secolo XIV.

Monemvasia è anche legata ad un altro ricordo del passato, il Malvasia, un vino liquoroso elaborato nel Medio Evo ed esportato in Europa fino al XVI secolo. Per lungo tempo, del resto, i francesi hanno chiamato la  cittadina  «Malvoisie» e gli italiani «Malvasia».

Anche Shakespeare parlò di questo famoso vino chiamato Malmsey wine. Quando il duca di Clarency fu condannato a morte, il re Edoardo IV gli chiese in quale modo avrebbe voluto morire; la sua risposta fu «annegatemi in un barile di Malmsey wine !».

(Riccardo III, atto primo, scena 4)


 

 

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